Il sindaco di Avellino Gianluca Festa è stato intervistato da Sportchannel in relazione a tanti temi: Avellino, stadio, basket e molto altro. Ecco le sue parole: "Noi che abbiamo frequentato il campo e assistito allo spareggio con il Gualdo abbiamo altri ricordi di Pescara, ma se ricordiamo l'anno scorso siamo partiti con una vittoria e il campionato non è andato come volevamo. Ora partiamo con una sconfitta, magari andrà diversamente. Scherzi a parte, partirei da una premessa: posso capire contestazione e critiche, fa parte dell'essere tifosi, ma dopo D'Agostino c'è il nulla. Vorrei che i tifosi ricordassero cosa eravamo prima di D'Agostino, c'era un grande punto interrogativo e un'incognita per il futuro. D'Agostino ha investito, ha organizzato la società, ha fatto scelte che non discuto ma con soldi propri e ha voluto dare una svolta ingaggiando De Vito che ha fatto un grande lavoro di prospettiva. Il ds si è assunto le proprie responsabilità ma ha anche raccontato il progetto, costruire da giovani di prospettiva e non investire sui 35enni, senza triennali di cui si pagano ancora le conseguenze. iL mister è giovane, ha fame, vuole arrivare ma il tempo ci dirà dove arriverà. Ma non possiamo permetterci di buttare 4-5 milioni di euro all'anno o faremo la fine della Scandone. Va bene la programmazione, si accettano critiche ma senza D'Agostino c'è il nulla. 

De Vito, Taurino, hanno già chiarito qual è il progetto, non deve per forza dirlo anche il presidente, ho anche apprezzato la posizione della presidenza che non deve esporsi sempre. Lo ha fatto lo staff tecnico, in maniera chiara, le scelte sono figlie di una strategie ed è stato fatto un grande lavoro senza fare passi più lunghi della gamba. Nuovo stadio? Siamo vicini alla delibera per proseguire con l'iter amministrativo: c'era la questione degli standard urbanistici relativi ai parcheggi della parte commerciale, risolta quella vicenda le vacanze estive hanno posticipato la proposta in consiglio ma arriverà. Credo che entro ottobre andremo in consiglio comunale e poi ci dovrà essere il progetto definitivo che sarà messo a gara. I tempi di un progetto così complesso devono essere rispettati, non è l'appalto del campetto di periferia ed è giusto fare tutto con i passi giusti. In questa città si gioca più a distruggere che a costruire, come se l'Avellino fosse del sindaco, ma è della comunità. 

Il nodo convenzione? L'Avellino non ha ancora pagato solo perché si stanno quantificando ancora le somme, c'è una situazione che va avanti da anni, da prima che arrivasse D'Agostino, anzi ora c'è finalmente la volontà di trovare una soluzione, tenendo conto anche dei lavori fatti. L'Avellino pagherà il dovuto e si vedrà riconosciuta la cifra che merita di vedere rimborsata. I vertici societari stanno già interloquendo con la dirigente, siamo a buon punto.

D'Agostino è orgoglioso di rappresentare un territorio, rappresenta l'Irpinia con orgoglio anche a livello politico, ha sempre dimostrato di voler raggiungere prima la B e poi si spera la A, ma senza ansia da prestazione. la vera svolta è costruire partendo da basi solide, così si possono costruire le promozioni, senza pressioni. I risultati importanti si raggiungono col tempo. L'Avellino in A è un bel ricordo ma ora siamo in C, e per il fatto di essere stati in A non ci riconosceranno alcun diritto di andare in B, ci vogliono soldi e la C è un campionato a rimetterci. E non ho visto imprenditori disposti a investire propri soldi per il calcio e per finalità sociali. Ho visto una famiglia che ci mette soldi e faccia, prendendo anche critiche, perché ci crede. Se non comprendiamo questo diventa complicata la gestione della stagione. Serve una sinergia tra squadra, ambiente, tifoseria, istituzioni. Invitiamo sempre i tifosi ad andare allo stadio per sostenere la squadra, calcio e basket hanno sempre vissuto di tanto entusiasmo, i tifosi facciano la propria parte, consapevoli che D'Agostino sta facendo la sua".

Sul basket: "La Scandone non c'è più, dobbiamo far continuare la pallacanestro ad Avellino. La Scandone è stata una sola, non c'è più, ci sono bei ricordi e soddisfazioni, stiamo cercando di far continuare il basket con un'altra realtà perché la passione non può essere dissipata. E' complicato legarsi a un'altra realtà ma è un'evoluzione accaduta già in altre grandi piazze, si può ripartire con il "figlio", "nipote" di quella realtà. ora c'è la DelFes, allestita con sacrifici, con qualità, ci saranno solo due gironi di B con un livello più alto e andare ai playoff potrebbe dire affacciarsi al basket che conta. E non dimentichiamo che la PalaDelmauro gioca anche la Sandro Abate, è giusto dare uno spazio a una squadra di futsal che gioca in serie A".

Sezione: Copertina / Data: Mar 06 settembre 2022 alle 14:31
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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