Giovanni D'Agostino, amministratore unico della IDC, proprietà dell'US Avellino, è stato ospite di Zona Verde, Format di Sportchannel 214, dove ha parlato di diversi temi, di questo 2022 complicato per i lupi, alle aspettative per il 2023 e alcune tematiche care ai tifosi.

Queste le sue parole: "Guardando la classifica e guardando cosa sta facendo il Catanzaro, non ho troppi rimpianti. Fare la media del Catanzaro, di 2.60, è incredibile e gli faccio i complimenti. Stanno facendo meglio della Ternana dei record. Forse è meglio così, essere distanti, perché magari essere lì a sperare in qualche loro passo falso, ci avrebbe tolto energie. Ora invece siamo già proiettati sui playoff, e vogliamo arrivarci nel migliore dei modi e giocarci le nostre chance per quello che resta comunque un obiettivo".

Sulla conferenza del 4 maggio: "Ovviamente, col senno di poi, uno potrebbe dire a caldo è meglio non parlare. Quelle erano parole che venivano dal cuore, perché ci ritenevamo traditi da calciatori su cui avevamo puntato tanto. Io sono stato un po' duro, vero. Qualcuno aveva provato ad approfittare della nostra gestione. Quella conferenza ci ha anche aiutato: in passato, presidenti che hanno usato quei toni come noi, sono stati idolatrati. Però, bisogna capire che se si alzano i toni, qualcosa di grave è accaduto".
Su Braglia e Di Somma: "Mi sono lasciato in buoni rapporti. In cosa mi hanno deluso? La facilità con cui perdevano la lucidità. Nell'attuale area tecnica c'è continua comunicazione e confronto, cosa che non c'era nella vecchia gestione. Il confronto è una cosa importante, che accade quasi tutti i giorni da quando c'è mister Rastelli. E' importante parlare, per evitare incomprensioni".
Sul centro sportivo: "Ci stiamo lavorando tanto, la sede principale è a Montefalcione, dove abbiamo già diversi campi e strutture. Abbiamo inoltre diversi campi, come a Venticano, a Mercogliano abbiamo fatto il ritiro, insomma, abbiamo l'Irpinia al centro del progetto. Ma è chiaro che il nostro intento è quello di una creazione di un centro sportivo che abbia tutti i campi vicino e una sede per tutti".
Sulla difficoltà: "Quando siamo entrati in questo mondo, sapevamo che non sarebbe stato facile. Abbiamo preso questo club salvandolo da un possibile fallimento. La categoria in cui siamo ora è la più difficile di tutto il sistema calcio italiano. Ce ne siamo accorti quando a Roma abbiamo votato contro la riforma Ghirelli. Noi non c'entriamo nulla con questa categoria, ma in questo momento è quella che siamo chiamati a fare. Piano piano stiamo affrontando le difficoltà".
Su un direttore generale: "Questa domanda è ricorrente e ci viene posta spesso. Ci sono tanti che si offrono e che vogliono venire a lavorare da noi. Abbiamo la figura di Enzo De Vito, che è un manager a 360° come Rastelli stesso. Un giorno magari ne avremo bisogno e lo prenderemo".
Scelte che non rifarei: "L'esonero di Braglia e l'arrivo di Gautieri come traghettatore, che si è rivelato un fallimento e ulteriori spese. Rastelli era un profilo che avevamo in mente da un bel po', ma non era disponibile. Forse anche i playoff il primo anno, dove spendemmo 300  mila euro per nulla. E infine non rifarei una cosa. Essere più chiaro e parlare di più e meglio. Quella rabbia sfogata il 4 maggio, era per far capire che avevano fatto il massimo, ma c'erano dei responsabili".
Sul nuovo stadio: "C'è una burocrazia da seguire. C'è una data, che è il 2025, ma sono molto scettico su questo. Questo stadio può essere anche la nostra spada di Damocle. Resta un obiettivo, un progetto di 2 anni fa, che ha preso piede ma bisogna continuare così".
Cosa è successo con De Napoli: "Era una mia scommessa Nando. Noi siamo una azienda e sono molto cinico. Quindi o si produce o si muore. Forse non eravamo pronti noi per accoglierlo. Il progetto Academy era previsto per lui. Lui doveva avere un progetto operativo e anche di scouting. Ma non è detto che le strade si siano divise per sempre".
Su Taurino: "E' stata una scommessa, insieme al ds De Vito. Però è un ottimo allenatore, si è ritrovato in una situazione complicatissima, con contestazioni a Mercogliano, e non è riuscito a gestire la pressione".
Sugli investimenti: "Stiamo facendo sempre sessioni di mercato di livello importante. Non è mai stata la questione economica il problema di non aver vinto, ma altro".
Sullo sponsor tecnico: "Magma è stata una scommessa di entrambi, essendo irpini sia noi che l'azienda. Abbiamo un contratto fino al 2024 se non erro. Poi, come ho detto con De Napoli, il calcio è anche business".
Sul calciomercato: "Il mercato si apre tra poco. Murano? Era un ragazzo su cui abbiamo scommesso, il mister ci crede. Ci saranno tanti movimenti, con tanti giocatori che hanno mercato. Ci sono già delle richieste. Vedremo, c'è da lavorare. Non sarà un mercato bloccato come quello estivo. Scognamiglio al Giugliano? Sentiremo il loro ds a breve. Quanti giocatori arriveranno? Il numero non serve, ma già abbiamo fatto incontri. L'attaccante è il ruolo che più stiamo seguendo. Cerri? Nulla di vero, sappiamo tutti il suo ingaggio. Ma il mercato vive anche di questo. Spesso si fanno nomi per creare aspettative e se poi arriva qualcuno di livello inferiore al nome fatto, c'è l'appiglio per poter attaccare la società".
Su Maniero: "E' l'unico a cui ho chiesto scusa dopo la conferenza di Foggia, e oggi magari in questo Avellino sarebbe al top. Carriero? E' un tasto dolente, è in una categoria superiore, ciò dimostra il valore della squadra".
 

Sezione: Copertina / Data: Mer 28 dicembre 2022 alle 08:00
Autore: Marco Costanza
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