Vincenzo Riccio, leggendario centrocampista dell'Avellino, tornato in biancoverde da qualche settimana per affiancare Raffaele Biancolino, come vice allenatore della Primavera, ha postato su facebook un estratto del libro di Dario Hubner, Mi chiamavano Tatanka, parlando di umiltà, di sacrificio, che sono importanti nel calcio come nella vita. 

Queste le sue parole: "Sono la stessa persona che ero a vent’anni, quando calcavo i campi di Prima Categoria e la Serie A la vedevo solo col binocolo. Non mi sono mai sentito una primadonna né qualcuno di importante. Ho sempre vissuto in maniera modesta e tranquilla, trattando il calcio con serenità d’animo. Se resti umile, con la stessa mentalità di quando eri tra i dilettanti, allora puoi fare strada. Non solo nel calcio ma anche nella vita”.
Dario Hübner "Mi chiamavano Tatanka"

Un messaggio di umiltà e serenità, che in questo momento può servire all'ambiente biancoverde.  E c'è stato un bel botta e risposta con Vincenzo Fusco, suo compagno in quegli anni, al suo fianco in mediana. Fusco ha scritto, rivolgendosi alla foto: "C'è un'ombra alle tue spalle". La risposta di Riccio: "No c'è mio fratello dietro". Per far capire l'unità che c'era in quegli anni in quello spogliatoio. 

Sezione: Ex biancoverdi / Data: Ven 13 settembre 2024 alle 10:00
Autore: Marco Costanza
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