La sorella di Emanuela Perinetti, Chiara, ha rilasciato una toccante intervista a Fanpage, nel corso della quale ha ripercorso gli ultimi anni di vita di Emanuela, scomparsa mercoledì 29 novembre a soli 34 anni, a causa dell'anoressia.

"Emanuela era una persona piena di vita e che riusciva, senza nessuna fatica, a entrare nelle persone e a rimanerci. Aveva studiato scienze politiche e poi aveva deciso di entrare nel mondo del management, dell'economia per applicare questo tipo di competenze al mondo dello sport. Quando aveva 16 anni si sentiva forse sul lato fisico un po’ più in carne magari rispetto alle persone che frequentava, le compagnie, ed è lì che ha deciso di fare una dieta drastica, nel periodo estivo, solo che quello che poi è successo da lì è stato che si è innescata una forma di controllo ossessivo sul cibo. Questo è stato, credo, un po’ l'inizio di tutto: non il desiderio di dimagrire, ma la paura di ingrassare e tornare a non piacersi.

Tra il 2017 e il 2018, quindi ben dopo anche la scomparsa di nostra madre, io ho cominciato a notare che qualcosa era diverso in lei, sentiva il bisogno di isolarsi. Questo isolamento progressivo, che poi è peggiorato con il Covid, è quello che ha fatto precipitare il suo stato di salute".

La progressione veramente drammatica noi l'abbiamo vista a partire da settembre 2023. Quando sono tornata dalle vacanze estive ho incontrato mio padre e mia sorella per una colazione e lì ho notato che Emanuela era molto dimagrita. Un dimagrimento che mi ha preoccupata, ma che non era ancora di quelli tali da farmi già dire con sicurezza: c'è un problema. Invece la situazione è peggiorata in fretta e infatti a ottobre l’abbiamo convinta ad andare da un primo specialista, che ha subito diagnosticato l'anoressia e ha predisposto un ricovero urgente. Emanuela però si è rifiutata e noi familiari non avevamo i mezzi per costringerla. L'abbiamo così portata da un secondo specialista, a cui lei si è affidata immediatamente e che voleva in qualche modo portarla alla soluzione ospedaliera gradualmente. Solo che non c'è stato neanche il tempo, perché dopo tre giorni dalla visita, verso metà novembre, Emanuela è scivolata in casa ed è stata soccorsa dal 118 perché non riusciva a rialzarsi in autonomia: la sua muscolatura era al limite. Da lì è stata ricoverata in ospedale per stato di necessità.

Da quando è arrivata in ospedale ho rivisto la Emanuela che conoscevo: una persona determinata, che voleva mangiare, che voleva essere aiutata. Ho visto una persona che soffriva moltissimo rendendosi conto che il corpo fragile dentro il quale viveva non era il suo e non era adatto a contenere la fame di vita che in realtà la contraddistingueva. Ho visto anche una persona anche gentile, che ringrazia il rianimatore perché le ha salvato la vita dopo una crisi respiratoria. In una decina di giorni se n'è andata. Il suo corpo, nonostante l'alimentazione artificiale, oramai non rispondeva più. Mi ricordo le sue ultime parole, il giorno prima che mancasse, non me le ha dette neanche dal vivo, le ha registrate in un video in cui in realtà diceva soltanto ‘Ciao‘.

Nostro padre sicuramente è un direttore sportivo conosciuto all'interno del mondo del calcio. È ancora un grande dirigente, ma credo che Emanuela volesse in qualche modo rendere onore anche a lui, per poi però farne ancora di più, applicare le sue competenze di marketing e di pubbliche relazioni a questo mondo e allargarlo anche oltre il calcio".

Sezione: Focus / Data: Sab 09 dicembre 2023 alle 12:27
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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