Il giornalista irpino di Mediaset Daniele Miceli è tornato al Partenio per assistere ad Avellino-Catanzaro. Lo abbiamo intervistato per conoscere le sue impressioni su questo Avellino.
Daniele sei tornato ad Avellino e hai visto una partita pazzesca: qual è il tuo giudizio?
"Ero certo di rivedere tanti amici e lo stadio pieno, nei limiti della capienza. Ero anche convinto di assistere a un Avellino da battaglia, magari anche sconfitto di misura, ma comunque dopo una partita vecchie maniere. Alla fine è andata pure meglio anche se la consecutio temporum degli eventi è stata stravolta e dopo una manciata di minuti si temeva di dover cambiare argomento mentre si assisteva ad un tiro al bersaglio del Catanzaro. Per fortuna, ma soprattutto per i meriti di allenatore e squadra, è stato scritto un altro copione, con tanto di colpo di scena finale. Il film ci è piaciuto assai".
Un Avellino che sembra trasformato da Rastelli a livello caratteriale.
"Non è solo questione di carattere, Rastelli non fa lo psichiatra. Fa semplicemente l'allenatore come si deve e sa benissimo che in questa fase iniziale la regola è fare le cose più semplici e immediate. Prima parlavamo di film della partita. Ripercorriamo due spezzoni. Nel primo tempo ho visto il portiere del Catanzaro Fulignati uscire da una pressione offensiva lanciando la palla col bilancino a 50 metri con successivo stop di prima dell'esterno sinistro. Significa avere tecnica e fiducia. Nella ripresa, invece, ho visto Illanes fare una specie di rouleta in mezzo agli attaccanti del Catanzaro e Russo giocare con la suola nell'area avversaria dopo uno strappo in velocità quando le energie in teoria dovevano chiedere un permesso. Nel primo tempo entrambi faticavano, come gli altri, a stoppare la palla più facile. È la dimostrazione che pur non avendo le qualità del Catanzaro (che vincerà il campionato pure se si prenderà due mesi di vacanza) la fiducia che Rastelli può e sa dare a questa squadra può inserirci su binari interessanti. Sempre che questa rosa venga rinforzata".
Peccato per l'avvio di partita, l'Avellino ha regalato due gol al Catanzaro.
"Abbiamo pagato un avvio choc. Timorosi, quasi remissivi di fronte all'idea di affrontare la capolista. Due gol, un palo, i brividi ogni volta che prendevano palla. Amnesie d'inizio partita che potevi anche aspettarti se questa stessa squadra ha avuto un black out pesante a Francavilla contro una squadra ben più modesta della corazzata affrontata oggi. La difesa è il primo punto su cui devono intervenire Rastelli, il suo staff e poi la società. Diventa antipatico parlare dei singoli ma ancora una volta le operazioni di marcatura di Aya si sono trasformate in allarme rosso e lo stesso Illanes ne risente. Sui lati, idem, nonostante Tito nella ripresa sia tornato quello di due anni fa. Il peccato è originario: una squadra costruita per il 3-4-3 non ha terzini di ruolo in rosa. Quindi o si interviene per trovarli a gennaio o giocare a 4 sarà sempre un rischio".
Ancora però tropi errori difensivi, dai due gol concessi all'ingenuità del rigore...
"A proposito. La vera, bella notizia di Av Catanzaro è un'altra: Avellino ha una enorme fame di calcio. Questa squadra ha diversi buchi neri, non sarà mai il Catanzaro, neanche nel più remoto dei sogni, ma se Rastelli continuerà a migliorarla a fine dicembre bisognerà fare un bel ragionamento. Il Crotone, il Pescara e le altre big degli altri gironi, il Catanzaro possono vederlo col binocolo. Nel mercato di riparazione, dove serviranno come il pane almeno un difensore e una punta pesante, a D'Agostino, se supportato da prestazioni e risultati, potrebbe venire voglia di puntare sui play off e non per fare la comparsa. Ce lo auguriamo tutti".
Autore: redazione TuttoAvellino / Twitter: @tuttoavellinoit
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