Si chiude un 2023 dai due volti per l'Avellino, si apre un 2024 ricco di speranze e aspettative. Quello che ci lasciamo alle spalle è stato un anno difficile per l'Avellino, la seconda parte del campionato 2022/23 ha visto i biancoverdi annaspare nelle zone anonime di classifica, senza riuscire a centrare neanche i playoff ma salvandosi anzi all'ultima giornata grazie a una concomitanza di risultati favorevoli sugli altri campi. Un'umiliazione che la piazza irpina, sempre calorosa e appassionata, non merita. Così come la dirigenza che non ha mai mancato di investire per cercare di riportare la squadra in B, ma che ha vissuto nella stagione 2022/23 la peggiore della propria gestione. Poi la lunga estate dei silenzi, dei ragionamenti, che ha dato adito anche a speculazioni di ogni tipo, fino al rilancio, l'ennesimo, di D'Agostino. Una voglia di tentare con ogni mezzo quella scalata alla B che finora è sfuggita conducendo finalmente un campionato da protagonista. Va via Enzo De Vito, l'artefice della scalata dell'era Taccone, arrivato a lavorare anche in A con Genoa e Parma, tornato come il salvatore della patria ma naufragato insieme al progetto del Rastelli-bis; arriva il direttore generale ma anche qui c'è una falsa partenza: Salvini, dopo qualche settimana di operatività ufficiosa, decide di non firmare e si defila. D'Agostino non si perde d'animo e rilancia, con una mossa che ha il sapore di all-in: arriva Giorgio Perinetti, la cui esperienza e fama nel calcio italiano non devono essere raccontate o spiegate, che si mette subito al lavoro ricostruendo, ancora una volta, la squadra insieme a Massimo Rastelli, riconfermato più per il fardello del contratto che per reale convinzione della dirigenza. Con lui arrivano il direttore sportivo Luigi Condò e Pierfrancesco Strano. Ma anche in campionato c'è una falsa partenza: prime due partite, due sconfitte. Non proprio quello che ci aspettava dal nuovo corso. La decisione di D'Agostino e Perinetti è drastica, via Rastelli, che già non aveva convinto nel finale di campionato passato, arriva Pazienza. Altro bagno di sangue e sforzo di D'Agostino di non ripetere un altro campionato deludente. E la svolta in campo si vede: con lui e il suo 3-5-2 la squadra cambia volto, inanella una serie di risultati utili consecutivi portandosi a ridosso del primo posto.
Seppur con qualche passo falso, che in un campionato può starci, l'Avellino chiude il girone di andata al terzo posto, a -8 dalla sorprendente Juve Stabia. il cammino fuori casa è in linea con le aspettative: 6 vittorie (è la squadra che ha vinto di più lontano dalle mura amiche) e 3 sconfitte. E' in casa che l'Avellino stenta, nonostante i tanti sold out di una piazza affamata di calcio: solo 4 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte. La differenza con un cammino da primo posto sta tutta qui. Ma l'all-in fatto in estate non può esaurirsi con un altro campionato all'insegna del "ci riproveremo", e così nell'imminente calciomercato di riparazione D'Agostino si sta già muovendo per rinforzare la squadra dove serve: ricostruire la squadra per il 3-5-2 di Pazienza, mentre in estate era stata impostata sul 4-3-3 di Rastelli, con rinforzi sugli esterni e a centrocampo. E' arrivato Liotti, è in arrivo Garattoni, vicino De Cristofaro, non si perdono di vista Capomaggio e Bulevardi. Via chi ha trovato meno spazio come Pezzella, Maisto (magari in prestito per farlo maturare), Falbo, Sannipoli, i fuori lista D'Amico e Mazzocco, a essere rinforzata dovrebbe essere soprattutto la linea mediana, per non lasciare nulla di intentato in un campionato in cui le grandi favorite come Benevento e Crotone hanno meno punti dell'Avellino (e sono state battute in casa dai biancoverdi), mentre a fare la voce grossa sono le sorprese Juve Stabia, Casertana e Picerno.
L'impressione è che l'impresa si possa fare, anche perché non c'è un Bari, un Catanzaro, una Ternana della situazione, anche se 8 punti da una squadra che non perde un colpo e subisce pochissimo come la Juve Stabia non sono pochi da recuperare. Si apre quindi un 2024 di speranze, speranza di poter raggiungere quel primo posto che vorrebbe dire finalmente ritorno in serie B senza passare dall'agonia dei playoff, di concretizzare i tanti sforzi effettuati dal presidente con una promozione voluta fortemente, e rilanciare il calcio irpino. Rilancio che passa non solo dal campo ma anche dagli asset fondamentali nel calcio moderno, come il nuovo stadio: il nuovo anno si spera sia anche l'anno giusto per la partenza definitiva dei lavori di costruzione del nuovo impianto, più moderno e funzionale, come richiesto dalle nuove esigenze di fruizione di uno spettacolo sportivo.
Noi, nel nostro piccolo, speriamo di poter continuare a crescere, come la squadra, ulteriormente, continuando ad aggiornarvi, informarvi e offrirvi i nostri punti di vista come facciamo ad oltre dieci anni, con umiltà, passione e impegno. Auguri a tutti quindi, un buon 2024 a tutti gli appassionati del Lupo! E che sia l'anno giusto.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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