Cosa era mancato finora a questo Avellino? Sicuramente i gol, e lo abbiamo detto più volte, anche nell’ultimo commento dopo la partita di Torre del Greco, ma anche un’organizzazione di gioco, un fraseggio, la costruzione della manovra. Tutte cose che, in una settimana di cura Biancolino, i biancoverdi hanno magicamente ritrovato. Già nella partita di Torre di martedì scorso si era visto un Avellino più propositivo, con un principio di identità dopo tante partite anonime, ma era mancata solo la stoccata vincente. Una squadra troppo Patierno-dipendente, si era detto, che si è confermata anche stasera tale: rientra il bomber dello scorso campionato, e l’Avellino ritrova gol e vittoria.
Prima vittoria della stagione, e non può essere un caso che il ritorno del proprio capocannoniere combaci con questo evento. Pazienza le aveva provate tutte, aveva alternato tutte le coppie di attacco possibili, era anche riuscito a trovare qualche rete con Gori, ma senza mai convincere del tutto e soprattutto senza mai vincere. Rientra Patierno e con una facilità quasi disarmante trasforma in gol le occasioni più nitide avute: prima indirizza ottimamente in rete di testa un bel cross filtrante di Palmiero, poi approfitta di una presa maldestra di Perina per beffarlo col 2-0. Tutto troppo facile per una squadra che finora aveva fatto una fatica mastodontica a trovare la via del gol. Gol che hanno dato anche fiducia e spensieratezza a una squadra che in vantaggio di due reti ha cominciato a mostrare ciò di cui è capace e per cui era stata costruita: Sounas disegna geometrie a centrocampo, Palmiero è una diga, D’Ausilio imprendibile. L’espulsione di Danzi a inizio ripresa facilita ancor più il compito all’Avellino che deve solo controllare.
Peccato solo per il guizzo nel finale di Zunno che riapre la partita e regala un po’ di apprensione al Partenio, che soffre ma alla fine può esultare. E peccato per l’incidente che ha interessato due tifosi prima dell’inizio del match, che ha portato un velo di tristezza sullo stadio con la curva che ha deciso di non cantare e rimuovere tutti gli striscioni in segno di rispetto. Con la speranza che per entrambi possano giungere notizie positive dall’ospedale.
Tornando alla partita, il rientro di Patierno ha probabilmente scatenato quella scintilla di cui tanto si è parlato e di cui aveva bisogno questa squadra per sbloccarsi e per credere nelle proprie potenzialità. Lo si è visto per come ha condotto la gara dopo la sicurezza di due reti. È un segnale di svolta, un nuovo inizio? Ce lo auguriamo e ne avremo riprova già lunedì sera contro il Crotone, nel posticipo cruciale per il prosieguo della stagione, per cominciare un cammino diverso in campionato.
Cosa farà ora D’Agostino? Andrà alla ricerca di un nuovo allenatore o confermerà Biancolino? Per quello che si è visto nelle prime due gare dirette dal Pitone, noi ci sentiamo di promuovere l’ex tecnico della Primavera: il 4-3-1-2 ha dato ordine e pericolosità alla manovra, la squadra si è espressa bene e ha anche ritrovato il suo bomber. Perché cambiare ancora? È probabile che anche la dirigenza faccia lo stesso ragionamento, oltre a uno di tipo economico: perché prendere un altro allenatore a libro paga con due già sul groppone (Rastelli e Pazienza)? In settimana sapremo, ma l’impressione è che per il momento ci si concentrerà solo sulla figura del direttore sportivo, lasciando Biancolino libero di proseguire il suo lavoro.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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