E' stata una lunga settimana, resa ancor più lunga dal posticipo al lunedì sera. Una settimana di attesa, di adrenalina, di sfottò e di striscioni, di tensione che saliva man mano che si avvicinava la partita. Perché non era solo Avellino-Benevento, nella storia recente un derby molto sentito, non era solo seconda contro terza, era anche uno scontro diretto determinante a tre giornate dal termine, che metteva in palio il secondo posto. Pazienza e i calciatori più esperti hanno provato a fare i pompieri e a non caricare di troppa tensione e aspettative questa partita nel corso della settimana, ma tutti sapevano dell'importanza di questa gara, perché andare a +3 dall'avversario con 180 minuti da giocare voleva dire ipotecare quasi il secondo posto. E così è stato.
L'importanza della partita e la tensione di tutta la settimana si è vista anche in campo: grande equilibrio, come era nelle aspettative, gara molto tattica, una partita a scacchi come si suol dire in questi casi, in cui nessuno vuole fare la mossa azzardata per non offrire il fianco all'avversario. La classica partita decisa solo da un episodio, diretta bene ma in maniera forse un po' troppo permissiva da Bordin di Bassano del Grappa che ha lasciato correre un po' troppo fischiando il minimo indispensabile. Primo tempo di sostanziale equilibrio, poche occasioni da una parte e dall'altra con le difese sempre molto attente e i portiere pronti a intervenire, protesta Gori al 33' per una spinta di Pastina alle spalle ma l'attaccante forse si lascia andare un po' troppo. Equilibrio che continua anche nel secondo tempo, quando i cambi forse indirizzano la partita verso il biancoverde. Il Benevento perde Ciciretti per infortunio e inserisce Starita, quasi impalpabile l'oggetto conteso proprio tra Avellino e Benevento nel mercato invernale. Entra poco dopo anche Ferrante per Perlingieri, cambiando di fatto l'attacco sannita. Pazienza decide allora di osare e inserisce Sgarbi per Rocca e Ricciardi per Llano, in pratica l'attaccante va a fare la mezzala ma con facoltà di giocare tra le linee in transizione offensiva, Ricciardi spinge sicuramente più del'argentino a destra.
E qui l'Avellino comincia a creare le occasioni migliori: Gori gira bene a rete ma Paleari respinge d'istinto, poi Sgarbi imbuca perfettamente per Ricciardi che davanti a Paleari perde il tempo della battuta e si fa stoppare dal portiere. Si fa vedere anche il Benevento con Pinato che in area gira bene ma il pallone sibila alla sinistra di Ghidotti che si arrabbia con la difesa. Fino al 37', quando l'altro neo entrato, Tito, apre a destra per Sgarbi in una delle sue tante proiezioni offensive, uno sguardo alla porta e sassata sul palo più lontano. E' l'apoteosi, la giocata che tutti stavano aspettando per sbloccare una partita altrimenti incanalata verso uno 0-0 scritto. Anzi in contropiede nel finale l'Avellino potrebbe anche chiuderla ma Sgarbi e Dall'Oglio per cercare di guadagnare secondi perdono l'occasione di puntare a rete e la gara resta aperta fino al 94', quando esplode la gioia.
Era l'occasione che stavano aspettando anche i tifosi della curva per riconciliarsi con i propri calciatori, che dopo le goleade dell'ultimo periodo chiudono in bellezza un mese d'oro vincendo lo scontro diretto che vuol dire quasi matematico secondo posto: alla fine è finalmente festa grande sotto la Curva con calciatori e tifosi a cantare e ballare. Un'unione di intenti che era la ciliegina che mancava per stringersi tutti assieme ora verso l'obiettivo finale, ora non manca niente.
Un Avellino proiettato quindi nel migliore dei modi verso i playoff: sfumato il primo posto ora l'importante è focalizzare la testa sull'obiettivo che è ancora possibile attraverso la porta secondaria, e questa squadra ha dimostrato nelle ultime partite, contro Picerno, Turris e Benevento, che interpretandole come un playoff si ottiene sempre il massimo risultato. Ora ci sanno altri due test match altrettanto probanti, contro il Taranto domenica prossima e con il Crotone all'ultima, quali esami di maturità finali, ma anche per cercare i tre punti che blindino il secondo posto, mandando direttamente l'Avellino alle final four dei playoff. Peccato che la squadra dovrà osservare poi un lungo stop prima di entrare in gioco, e non poter proseguire su questa striscia di entusiasmo, ma anche lì starà la bravura di allenatore, squadra e staff di mantenere sempre alta l'attenzione e la concentrazione, facendosi trovare pronti al momento di scendere il campo, con il vantaggio tutt'altro che trascurabile di poter saltare tutta la fase preliminare degli spareggi promozione.
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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